Dobbiamo salvare la Tuma Persa
Persa rischia di diventarlo davvero e per cercare di salvarla sono scesi in campo chef, produttori, giornalisti al grido social di #savetumapersa. La storia è quella di Salvatore Passalacqua – casaro molto noto in Sicilia per avere recuperato la tradizione di un formaggio quasi dimenticato – e del suo caseificio nella remota provincia palermitana, devastata dalle piogge di inizio novembre. Il territorio è quello di Castronovo di Sicilia e la produzione che rischia di andare in malora è quella della Tuma Persa, formaggio a pasta pressata cruda prodotto unicamente da Passalacqua e dalla sua famiglia, recuperando un’antica ricetta trovata da un ricercatore della provincia di Potenza in un testo degli anni Trenta in cui si narrava di un cacio siciliano ormai estinto. In breve tempo è diventato una delle produzioni di pregio della Sicilia ma oggi il caseificio Passalacqua rischia la chiusura per impraticabilità delle strade.
«Siamo stati messi in ginocchio dalle abbondanti piogge di novembre – racconta il casaro – Il territorio attraversato dalla SP 48, la strada provinciale che collega la provincia di Palermo con quella di Agrigento, è diventato una lunga striscia di terra e fango con un dislivello della sede stradale che rende l’arteria totalmente impraticabile in alcune zone. Mancano letteralmente circa settanta metri di strada che impediscono a noi e ai nostri fornitori di raggiungere il caseificio. L’unica strada percorribile allunga il tragitto di 45 chilometri».
Una vicenda di rimpalli di competenze e isolamento che Passalacqua, nei giorni scorsi, ha raccontato ai giornali locali, manifestando l’intenzione di gettare la spugna e cessare la produzione: «Non riesco ad approvvigionarmi di latte, non posso fare il formaggio e non riesco a rispettare gli ordini. Un danno gravissimo dal punto di vista economico e di immagine».
Così, dopo l’ennesimo sopralluogo dei tecnici dell’Area metropolitana di Palermo (l’ex Provincia che si occupa della manutenzione delle strade dell’hinterland) andato a vuoto, l’imprenditore catanese Andrea Graziano ha deciso di lanciare una campagna di mobilitazione social per cercare di dare supporto a Passalacqua e un segnale alle istituzioni.
«È assurdo che nel 2018 si rischi di perdere un patrimonio unico perché non si riesce ad intervenire per ripristinare un pezzo di strada – spiega – Nel nostro piccolo abbiamo cercato di fare ciò che potevamo, ovvero metterci la faccia per testimoniare la nostra vicinanza a questo produttore. Speriamo – conclude Graziano – che serva a smuovere qualcosa a livello istituzionale perché da soli, in Sicilia, non si riesce a rivendicare i propri diritti, speriamo che uniti si riesca a farlo».
pubblicato su Identità Golose
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